Se Cristo non è risorto, vuota è la vostra fede.
dalla Prima Lettera ai Corinti 15,14
La resurrezione non è un prodigio che avrebbe convinto quelli che non credevano o un’azione di recupero di Dio che non era intervenuto al momento della croce di Gesù. Non è facile da spiegare, ma si può dire che la resurrezione richiede la fede e trasforma la fede. Che avessero avuto la fede o no, ebrei e romani hanno potuto vedere la morte di Gesù, essere testimoni della sua morte. Ma nessuno ha “visto” la resurrezione. La resurrezione di Gesù non impone la fede, la presuppone e la sconvolge… La resurrezione non è dunque l’inizio della fede e apre un modo nuovo di capire Dio e l’uomo. È esattamente questa la resurrezione e, in un certo modo, è tanto quella dei discepoli che quella di Gesù. Se Gesù è vivente in Dio, non è che il primogenito di una moltitudine di fratelli.
Jean-Marie Ploux, Dio non è quel che credi
(Edizioni Qiqajon-Comunità di Bose, 2010)
Pasqua di Risurrezione 2016
Adesso siamo forse smarriti in queste nostre
città ove le mani di fiori spenti cercano
i sentieri degli usignoli o il vento della vita
che si sfoglia quale acqua sulla fronte
oscuramente nuda nella voce di assorti violini.
Appena ieri Cristo è morto, soffocato
tra l’asfalto e le strade, le macchine
e i grattacieli, nel vasto paese del mondo
o nelle lacrime affollate sull’anima perduta.
Ma lo seguiamo, ora, nella resurrezione
che richiede la fede e la trasforma per
tracciare nuove strade e paesi finalmente amati:
non abbiamo scelto di seguire Dio, ma è lui
che cerca noi e di continuo chiede se
lo vogliamo seguire come la rondine dietro
la speranza delle stagioni, come la farfalla fissa
nel tremore della primavera, che tenta sempre
il pane dell’aria sulla porta del mattino
di Pasqua in cui il Risorto attraversa per noi
la morte con il respiro del solo Amore.
E stiamo così, sul risveglio delle rose verdi,
al modo della colomba sull’abbandono
tremante dell’alba.
buona santa Pasqua
dalla Comunità di San Leolino
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